La classicità interrotta di Batuhan Yardımcı
5.2.2022
Indice di un Ideale Smantellato
Batuhan Yardımcı al Palazzo delle Zattere, Venezia
Dettagli della Mostra
Sede: Palazzo delle Zattere, Dorsoduro 1401, Venezia
Date: 3 febbraio – 9 marzo 2022 (Mostra in corso)
A cura di: Fondazione V-A-C
La Fondazione V-A-C presenta la personale dell’artista Batuhan Yardımcı presso il Palazzo delle Zattere (Dorsoduro 1401, Venezia). La mostra esplora il corpo frammentato della classicità greco-romana attraverso un linguaggio pittorico spettrale e stratificato, interrogando le eredità visive d’Europa nell’epoca postmoderna.
In una serie di oli su tela, Yardımcı scompone anfiteatri, cariatidi e anatomie mitiche in forme sospese, corrotte dal tempo e dalla memoria. Non si tratta di rovine romantiche, ma di simulacri critici—immagini che performano la propria scomparsa. Ogni superficie è un campo di tensione tra forma e dissoluzione, tra apparizione e oblio.
Venezia, con le sue architetture neoclassiche e il suo passato stratificato, diventa parte integrante dell’opera: uno spazio che non ospita ma partecipa, risuonando con i frammenti che Yardımcı mette in scena. Le immagini non si impongono allo sguardo—si ritirano, chiedendo tempo, lentezza, attenzione.
Sull’artista
Batuhan Yardımcı è un’artista turca residente nel Regno Unito. La sua pratica pittorica indaga il destino postumo dell’antichità classica, smascherandone le fragilità estetiche, ideologiche e politiche. Utilizzando esclusivamente olio su tela, Yardımcı frammenta l’immaginario greco-romano—anfiteatri, busti, anatomie—per mostrarlo nella sua precarietà: corpi che svaniscono, gesti che si sciolgono nel vuoto.
Lontana dalla nostalgia del restauro, Yardımcı propone una pittura del disfacimento, dove la monumentalità diventa superficie instabile. I suoi soggetti, spesso tratti da artefatti ellenistici poco noti, incarnano memorie dimenticate e tensioni identitarie ancora attive. Al centro del suo lavoro vi è una critica visiva alla virilità classica, alla retorica del potere, alle gerarchie dell’ideale estetico.
Nel suo linguaggio formale, la pennellata si fa gesto ambivalente: tra carezza e cancellazione. Yardımcı non cerca immagini nitide, ma presenze evanescenti—residui pittorici che resistono al chiarimento, chiedendo di essere visti con attenzione politica e poetica.